Giardini Baltimora

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Giardini di Plastica
16121 Genova, Italia
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Giardini Baltimora Company Information

Informazioni Generali

Down Plastic Town

I “Giardini di Plastica”.

Descrizione del contesto

La città di Genova, morfologicamente costretta tra il mare e i rilievi montuosi, possiede ben pochi spazi pubblici le cui dimensioni siano rilevanti rispetto al costruito. Nel centro storico in particolare questa condizione è accentuata dal tessuto urbano particolarmente fitto, dalla densità degli edifici e dalla loro altezza. La maggior parte dei luoghi aperti di aggregazione è rappresentata da piccoli slarghi stradali; le poche piazze che si possano realmente definire tali sono spesso occupate da attrezzature private (dehors di bar e ristoranti) e frequentemente sprovviste di strutture ed arredi per la sosta pubblica adeguatamente progettati, anche a causa di un esplicito programma della municipalità volto ad allontanare dal centro i comportamenti abitualmente considerati degradati o borderline, quali il vagabondaggio. L'unica rilevante eccezione per dimensioni e possibilità di utilizzo è l’area del Porto Antico che, attualmente aperta al pubblico, vede una notevole frequentazione sia da parte di turisti che di cittadini; essa gestita in concessione da parte di un soggetto privato e dunque potenzialmente sottoposta a restrizioni riguardanti gli orari e le modalità di fruizione.
Tra le diverse tipologie di spazio pubblico le aree verdi sono particolarmente rare: tra quelle più significative per dimensioni e posizione si collocano i giardini Baltimora, oggetto del programma di riqualificazione che qui presentiamo. Collocati ai limiti del centro storico medievale, possono essere considerati come un “polmone verde” della città antica. La genesi di questo grande spazio aperto è legata ai grandi interventi urbanistici che negli anni '70 hanno portato allo sventramento di una vasta porzione del tessuto medievale – il Borgo dei Lanaioli e via Madre di Dio – e la costruzione di due grandi centri direzionali; la realizzazione dei giardini, progettati da Ignazio Gardella, si configurava anche come un risarcimento per la ferita operata sulla città. In questo senso alcune scelte progettuali appaiono giustificate solo tenendo in considerazione il contesto sociale e culturale di quarant’anni fa: i percorsi ricalcano quelli demoliti sia nella giacitura che nei materiali e le pareti che li racchiudono sono alte, quasi a memoria dei vecchi edifici. Tuttavia attualmente tale memoria storica non è più viva né sentita, la distruzione e la perdita sono state metabolizzate dalla città e dagli abitanti con il naturale scorrere del tempo ma ciò che rimane dei giardini progettati secondo questi criteri è uno spazio il cui funzionamento è inibito sotto molti aspetti e la cui cattiva fama presso la popolazione gli è valsa il soprannome di “Giardini di Plastica”.
I problemi che attualmente presentano i giardini Baltimora sono molteplici e derivano da decenni di incuria e manutenzione insufficiente, a cui si intrecciano lo scarso utilizzo da parte degli abitanti, spesso un mero passaggio limitato solo ad alcune ore del giorno, e alcune caratteristiche strutturali dello spazio. Il verde è stato concepito in modo tale da richiamare una configurazione molto naturale: i prati sono a raso e le alberature sparse senza seguire orientamenti particolari; negli anni la rigogliosa vegetazione si è arricchita di molti piccoli arbusti spontanei che hanno però aumentato la difficoltà di pulizia del suolo e la percezione di pericolo creando molte zone d’ombra. La scarsa visibilità degli accessi e la mancanza di una segnaletica adeguata ne rendono difficoltoso il raggiungimento e l’attraversamento per chi non conosce bene la zona e i percorsi. A ciò si aggiunga che in passato i giardini sono stati uno tra i luoghi cittadini più utilizzati dai tossicodipendenti, e ancora adesso si verificano casi di consumo di droghe e di soggiorno notturno di persone senza dimora. Tutto ciò ha contribuito a creare la percezione di uno spazio poco attraente, sporco e pericoloso, spesso senza che se ne conoscano in modo diretto gli ambienti e le potenzialità.
Gli aspetti positivi infatti non mancano. L’area rappresenta una potenziale zona di svago e sosta sia per gli abitanti dei quartieri limitrofi a carattere prevalentemente residenziale, sia per i lavoratori dei centri direzionali che si trovano a diretto contatto, sia per gli studenti della vicina Facoltà di Architettura. Sebbene gli accessi siano parzialmente celati, raggiungere i giardini Baltimora risulta particolarmente facile sia per chi usa il trasporto pubblico (autobus, metro) sia, in virtù della stretta vicinanza ai principali parcheggi del centro cittadino, per chi si serve dell'automobile.
Inoltre lo spazio, situato al margine tra l’edificato storico e parti di città di più recente costruzione, è circondato da una stratificazione urbana i cui contrasti sono così stridenti da risultare suggestivi; con uno sguardo solo si possono abbracciare le medievali Mura del Barbarossa, il cinquecentesco ponte di Carignano, i lavatoi neoclassici del Barabino, le facciate brutaliste in cemento e vetro degli edifici del centro direzionale, accatastati gli uni sugli altri come in un disordinato deposito di architetture; sullo sfondo da una parte il grattacielo progettato da Marcello Piacentini prima della guerra, la Basilica di Carignano di Galeazzo Alessi (XVI secolo), i cantieri del porto e l’orizzonte del mare.

Il programma di intervento

L'obiettivo di Down Plastic Town è la valorizzazione dell'area dei “Giardini di Plastica”, affinché diventino ciò che probabilmente non sono mai stati: un luogo davvero vissuto, sfruttato secondo tutte le potenzialità che possiede e capace di esprimere la propria identità nell'ambito cittadino.

Più specificamente si intende:
-incentivare la fruizione dei giardini
- coinvolgere più associazioni e realtà istituzionali che rappresentino i diversi cittadini per età, bisogni ed interessi.
- sperimentare diversi modi d'uso e nuove funzioni all'interno dell'area attraverso la progettazione e l'allestimento di strutture temporanee che facilitino e incentivino la fruizione e l'utilizzo dei giardini.
-organizzare e pianificare il sistema del verde valorizzandolo in maniera sostenibile.
- delineare possibili modifiche al layout architettonico attualmente esistente
- stimolare azioni partecipative di manutenzione, gestione e trasformazione da parte della cittadinanza
- attirare l'attenzione dell'opinione pubblica e delle amministrazioni locali sui problemi dell’area

Down Plastic Town è un programma più che un progetto, è l'organizzazione di un processo prima ancora che la previsione di un risultato. Viene messa in campo una strategia complessa e flessibile, che prende atto della difficoltà attuale da parte della pubblica amministrazione di perseguire politiche di trasformazione urbana di tipo tradizionale con un sistema top-down, in particolare riguardo agli spazi aperti: da una parte le risorse economiche sono sempre più esigue, dall'altra la partecipazione della popolazione direttamente interessata è sempre più importante per garantire la riuscita del progetto a lungo termine, sia in relazione alla vitalità degli spazi, sia alla loro gestione e manutenzione. In quest'ottica si prevede una sequenza di passaggi graduali, ciascuno con obiettivi precisi e limitati, e il coinvolgimento di una gamma di soggetti il più possibile ampia e variegata, dalle organizzazioni di quartiere alle scuole, dagli enti locali alle associazioni culturali e sportive, ai semplici cittadini; in particolare rivestirà un ruolo significativo la collaborazione con una scuola di agraria relativamente alla cura del verde e a sperimentazioni di agricoltura urbana.
Le fasi nelle quali si articola il programma sono:

1) Istruttoria: interviste, campagna fotografica, censimento della vegetazione, indagini di archivio, osservazione diretta in situ, mappature dei flussi, confronto con gli uffici pubblici, incontri e dibattiti con la popolazione,...

2a) Stesura di un ipotetico piano funzionale, con inserimento ed integrazione di nuove funzioni: ristorazione, parete da arrampicata sportiva, skatepark, recinto per cani, arena per cinema/teatro/concerti, sedute, orti urbani,...

2b) Sperimentazioni temporanee di nuove configurazioni spaziali, intese come verifiche empiriche del piano funzionale (fase 2a): concerti, rassegne cinematografiche, attività sportive con spazi ad hoc, opere d'arte site specific, cura del verde,...

2c) Campagna di comunicazione, riferita sia alle potenzialità positive dei giardini, sia alle attività intraprese nell'ambito del programma (fasi 1 e 2): mostra fotografica, conferenze, campagna pubblicitaria (cartellonistica, brochure). Rivestirà particolare importanza la realizzazione di un sito web dedicato all'iniziativa, che fungerà non solo da strumento di comunicazione verso l'esterno, ma anche da piattaforma di incontro e di scambio di informazioni tra i differenti attori coinvolti e come collettore di finanziamenti attraverso un sistema di micro-offerte.

3) Realizzazione di interventi migliorativi permanenti, delineati sulla base dei risultati ottenuti in seguito alla fase di sperimentazione: modifiche ai percorsi ed agli accessi, ridistribuzione razionale delle funzioni, inserimento di nuove funzioni, piano del colore, piano di manutenzione del verde,...

La copertura economica del programma è stata pensata in relazione all'articolazione in fasi. Per la prima fase e la seconda fase si farà riferimento a bandi di finanziamento a livello locale (Circoscrizione, Comune, Provincia, Fondazioni Bancarie), per la terza fase si prevede l'accesso a bandi a livello regionale, nazionale o europeo. Dalla seconda fase si immagina anche la possibilità di accedere a risorse provenienti dal settore privato: sponsorizzazioni, partnership, offerte volontarie.

Giardini di Plastica Genova

Orari di apertura
Monday:
00:00 - 23:59
Martedì:
00:00 - 23:59
Mercoledì:
00:00 - 23:59
Giovedì:
00:00 - 23:59
Venerdì:
00:00 - 23:59
Sabato:
00:00 - 23:59
Domenica:
00:00 - 23:59
Parcheggio
L'azienda ha un parcheggio.
Numero di telefono
+39010557111
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Parole chiave
giardino, giardino pubblico

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